Roma, Pellegrini: “Qui per sempre? Non dipende solo da me”

News Roma
Condividi
Tempo di lettura: 2 minuti

Il centrocampista della Roma Lorenzo Pellegrini ha rilasciato una lunga intervista all’edizione odierna della Gazzetta dello Sport. Di seguito gli spunti più significativi delle sue dichiarazioni:

Sugli inizi: “Iniziai alla scuola di calcio della Banca d’Italia. Poi passai all’Almas dove mio padre aveva responsabilità tecniche e dirigenziali. Avevo otto anni o poco più. Mi vide Stefano Palmieri della Roma. E per capire che un ragazzino di otto anni ha i numeri bisogna capire davvero di calcio. Poi, certo, molto dipende dal carattere del bambino, dalla sua famiglia, dalla serietà del suo impegno, ma Palmieri scorse il talento e mi chiamò per un provino. Mi sembrava di toccare il cielo con un dito. Mi ricordo quando arrivò a casa la lettera che diceva che la Roma mi avrebbe preso. Per due o tre giorni non feci altro che guardarla e riguardarla.”

Cosa significa essere romani e giocare nella Roma: “E’ una responsabilità importante. Ti senti in dovere di fare felice la tua gente. So quanto conti da come il calcio è vissuto dalla tua famiglia. Lo so da mio padre. Per fortuna per papà conto più io. Almeno un po’ di più della Roma…”

Perché è difficile vincere in questo ambiente: “Vincere è difficile dappertutto. L’unica cosa che si può fare per vincere è lavorare, essere seri, professionali e creare un clima tanto forte e positivo qui dentro, tra noi, da resistere alle pressioni esterne. La Roma oggi sta crescendo anche in questo, si sono fatti passi in avanti importanti. Non so se vinceremo o no, ma oggi c’è un clima nuovo. Ripeto: per vincere bisogna solo lavorare. Sono convinto che un giocatore la domenica si esprima al livello che ha tenuto la settimana durante gli allenamenti”

Su Fonseca: “Quest’anno abbiamo trovato un allenatore che, secondo me, è tra i cinque migliori al mondo. Non solo dal punto di vista tecnico, anche per il carattere, per la positività che porta nel collettivo. Lui e il suo staff si prendono cura della squadra da tutti i punti di vista e fanno capire che qui non si scherza. Un gruppo così qui non c’è mai stato. Siamo amici, compatti, ci aiutiamo l’uno con l’altro. So che ci si attendono vittorie, da noi. Sono convinto che, continuando così, potremo toglierci molte soddisfazioni”

Sugli obiettivi: “Il nostro obiettivo è la Champions. Questo è stato un anno di grandi cambiamenti. Stiamo migliorando. Non dobbiamo porci dei limiti perché non ne abbiamo. La Champions è raggiungibile, se continuiamo così. Vincere l’Europa League? La società ci ha chiesto di onorare l’impegno”

Roma per sempre?: “Io cerco sempre di essere sincero, tanto le parole vengono sempre giudicate, almeno si giudica il mio pensiero autentico. Che si possa paragonare la mia carriera futura a quella di Totti o De Rossi è per me solo un onore. In questo momento vorrei stare qui sempre ma certamente questa deve essere anche l’intenzione della società. Per me sarebbe perfetto restare qui per sempre.”

Sul cambio di proprietà: “Noi sappiamo quello che leggiamo. Le nostre realtà sono lo spogliatoio, il campo, tutti i giorni. E in queste dimensioni sentiamo sempre la società presente. Il resto è un altro livello, che non dipende da noi. Restiamo in attesa, sapendo che, se anche le cose cambiano, la Roma resta la Roma”.

Print Friendly, PDF & Email