VLAD DIETRO LE QUINTE – La Pantera Nera

Focus On Prima Pagina
Condividi
Tempo di lettura: 3 minuti

Appuntamento del giorno con la rubrica targata LBDV dal titolo “VLAD DIETRO LE QUINTE”. Una rubrica dedicata a chi, oltre al calcio giocato, ama curiosità e aneddoti legati al mondo del pallone.

Parliamo oggi di un grande campione del passato, in occasione del sesto anniversario della scomparsa. Eusébio da Silva Ferreira, meglio conosciuto come Eusébio, è ritenuto uno dei calciatori più forti di sempre nella storia del calcio.

Il suo passato non è stato affatto semplice: le difficoltà socio-economiche che ha dovuto affrontare sono state molteplici.

Nascere in Mozambico (appartenente all’impero coloniale Portoghese) all’inizio degli anni Quaranta, in cui il concetto di diversificazione della pelle la faceva ancora da padrone, rese il tutto ancora più difficile.

Nascere lì significava infatti essere destinato a lustrare scarpe fin da bambino, vendere noccioline o entrare a far parte della criminalità. Destino a cui inizialmente sembrava chiamato ‘Ninguèm’ (in portoghese ‘Nessuno’), così come veniva apostrofato – non proprio carinamente – dalle persone del posto.

Ma il suo immenso talento gli consentì di oltrepassare tutte le barriere: quella della difficoltà sociale e, soprattutto, quella della discriminazione.

La sua carriera calcistica iniziò con lo Sporting de Lourenço Marques, squadra legata allo Sporting Lisboa. In realtà però la Pantera Nera aspirava al Desportivo, la squadra locale legata al Benfica, di cui lui era un grande tifoso.

Si racconta, a proposito di questo, che fu lo stesso Eusébio a presentarsi due volte ad un provino con il Desportivo, venendo scartato in entrambe le occasioni perché non aveva l’equipaggiamento utile per allenarsi. E quasi per ripicca, quindi, decise di essere esaminato dallo Sporting Marques (nonostante fosse vicino ai ‘rivali’ dello Sporting Lisboa), venendo ingaggiato subito.

Uno snodo importante della sua carriera si registrò nel 1961, quando a Lourenço Marques fu ospite il São Paulo di Josì Bauer, che rimase stregato dal talento di Pérola Negra (Perla Nera, in portoghese), tant’è che cercò di ingaggiarlo subito, senza tuttavia riuscirci. Bauer aveva comunque consigliato Eusebio al Benfica, che, rimediando all’errore commesso dal Desportivo, era invece riuscito ad ingaggiarlo immediatamente.

Per alcuni, questa fu una scelta fortemente condizionata dalla madre di Eusebio, che era fan dei rossoverdi e che spingeva appunto per le Aquile.

Secondo altre voci, invece, la segnalazione di Bauer al Benfica sarebbe avvenuta in circostanze curiosamente casuali. Si dice infatti che in un salone di barbiere di Lisbona, fossero presenti allo stesso tempo Bauer (di ritorno dal Mozambico) e l’allenatore del Benfica Guttman. Il primo avrebbe raccontato al suo amico di aver ammirato un giovane calciatore, Eusebio appunto. Così Guttman avrebbe approfittato dell’involontario assist e sarebbe volato in Africa per un ulteriore controllo: non servì molto per convincerlo.

Tuttavia, lo Sporting Lisboa, facendo appello al precedente tesseramento di Eusebio con lo Sporting de Lourenço Marques, era disposto a tutto per convincerlo a tesserarsi per la squadra prima che firmasse il definitivo ingaggio con il Benfica. Evidentemente le qualità erano già note all’epoca. Ma le Aquile non si fecero trovare impreparate, “scortando” Eusebio sin dal suo arrivo all’aeroporto e nascondendolo in un villaggio di pescatori nell’Algrave fino a quando le acque non si sarebbero calmate.

L’esordio avvenne nel 23 maggio 1961 e da lì partì una storia poi a tutti nota.

Eusebio ha vinto 11 titoli portoghesi, 5 coppe portoghesi, una Coppa dei Campioni. È stato inoltre il capocannoniere della competizione europea nel 1965, nel 1966 e nel 1968. Ha vinto il titolo di miglior marcatore del campionato portoghese in sette occasioni, record tutt’oggi mantenuto. È stato il primo calciatore a vincere la Scarpa d’oro, avendo vinto la prima edizione del trofeo nel 1968. E come non ricordare il campionato del Mondo del 1966, in cui Eusebio fu il trascinatore della vittoria al titolo iridato.

Ricordiamo oggi, nell’anniversario della sua morte, un’altra bellissima storia di calcio, e lo facciamo descrivendo curiosità non a tutti note che rendono questo racconto speciale.

La storia di Èusebio: quel ‘Ninguèm’ che è diventato un qualcuno, e non uno qualsiasi, andando oltre ogni tipo di ostacolo possibile grazie al suo talento ed alla sua voglia di essere vincente.

Print Friendly, PDF & Email