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ÇA VA SANS DIRE – Una legge contro le multiproprietà, ora o mai più

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Ca va sans dire Ciro Romano
Tempo di lettura: 2 minuti

Barese, tifoso della Bari (rigorosamente al femminile), già direttore generale della FIGC.

Se gli parlate di multiproprietà nel calcio, Antonello Valentini ha di che argomentare. Non ci sarà bisogno di tradurre dal politichese, vieppiù. Chè la questione scotta e brucia la carne viva: Salerno soggiace ma pure la sua Bari. Inaccettabile la condizione subalterna rispetto alla casa madre: stortura cui porre rimedio legislativo, senza aggiungere alcun se alla frase.

Intervenuto alla trasmissione Il Calcio nel Mercato e pungolato dal conduttore, il nostro Alessandro Piacentini (trasmissione che proponiamo in calce nella versione integrale), Valentini non s’è fatto pregare e ha parlato chiaro. Ma chiaro assai.

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“La vicenda delle multiproprietà, in tempi recenti, è venuta fuori con l’acquisto della Salernitana (all’epoca Salerno Calcio, ndr) da parte di Lotito: la stessa cosa è successa poi a Bari -precipitato in D- con De Laurentiis. La discussione sull’art. 16 bis delle NOIF è accesa, ma quello che mi piace poco è che Bari e Salerno siano diventate piazze succursali, rispettivamente, del Napoli e della Lazio. Non è accettabile: vanno bene le sinergie, ma ogni squadra di calcio deve mantenere la propria autonomia. Non è possibile che società con una propria storia debbano essere relegate al ruolo di filiale, è questo il ragionamento che deve spingere a trovare una soluzione”. (dal min. 36.50)

Già, una soluzione. Ma chi?

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“Il Consiglio Federale, dove siedono tutte le componenti. E dove siete il consigliere Lotito. Il quale ha più di una funzione in questa storia, in effetti. Poichè la querelle andrà risoltà lì, non sarà facile: il discorso è insidioso ed i distinguo sarebbero tanti, tuttavia il problema c’è e va risolto. Non è pensabile che domattina Lotito e De Laurentiis vengano costretti a cedere, per intanto si può evitare che la storia si ripeta altrove. L’unica strada è un intervento normativo in tal senso”.

 

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Un ginepraio nel quale il conflitto di interessi sembra destinato a recitare un ruolo: il rischio è che lo stallo protragga l’emorragia di passione che soprattutto Salerno sta registrando, attesa l’assoluta ambiguità con la quale la piazza è costretta a convivere sin dal ritorno in Serie B. A meno che Lotito non decida di vendere una delle due società delle quali è proprietario.

Magari proprio la Lazio, chiosa Valentini.

Si fa per scherzare, ça va sans dire…

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