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A(F)FONDO

A(F)FONDO – Sbattuti in Collegio

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SBATTUTI IN COLLEGIO

I fatti sono ormai noti.
Il Collegio di Garanzia dello Sport presso il CONI ha riformato integralmente una sentenza (veramente) del CAS che aveva fatto strame del Diritto.
Abbiamo scritto, quando era noto il solo dispositivo, che avremmo aspettato il deposito delle motivazioni per esaminarle, piuttosto che lanciarci in sconclusionati commenti a caldo come molti hanno fatto.
Le motivazioni sono state, frattanto, depositate ed oggi possiamo dirlo: finalmente leggiamo una sentenza vera.

LE PRONUNCE ENDOFEDERALI

Le pronunce del Giudice Sportivo e della Corte di Appello, spiega il Collegio, riconoscevano entrambe la applicabilità al caso di specie dell’art. 55 NOIF (che attribuisce alla c.d. impossibilità sopravvenuta o forza maggiore, cioè una circostanza sopravvenuta ed indipendente dalla volontà dell’agente che impedisca la prestazione, valenza di causa esimente la responsabilità).
Ne escludevano, tuttavia, la operatività, ritenendo sussistere una condotta del Napoli preordinata a non giocare, null’altro argomentando sul piano giuridico e traendo questo convincimento da elementi non esaminati in maniera corretta.
“Sbattuti” in Collegio questi provvedimenti.

LA RICOSTRUZIONE NORMATIVA

Il Collegio ricostruisce, finalmente, in maniera impeccabile il quadro normativo.
Spiega che il famoso Protocollo FIGC, nella versione vigente all’epoca dei fatti, rinviava, quanto alla disciplina dei “casi Covid”, alla Circolare del Ministero della Salute del 18 giugno 2020.
La Circolare al settimo capoverso prevede, chiarisce ancora il Collegio, una facoltà e non un obbligo, per le ASL competenti, di autorizzare la disputa delle gare anche in caso di tamponi positivi nel gruppo squadra.
Non esisteva (e non può esistere), quindi, alcun automatismo per la disputa delle gare conseguente al rispetto del Protocollo, come qualcuno ha incautamente sostenuto (Andrea Agnelli per primo).
Ne discende che le richieste di chiarimento rivolte dalla SSC Napoli alle ASL competenti erano del tutto legittime e giustificate.
Altrettanto legittimi sono stati i provvedimenti delle ASL che hanno vietato la trasferta già il 3 ottobre, e non soltanto il 4 ottobre 2020.
Legittimi e cogenti, peraltro, proprio in virtù del rinvio operato dal famoso Protocollo; Protocollo che la SSC Napoli, conclude il Collegio, ha pienamente rispettato.
La esimente della responsabilità prefigurata dalla SSC Napoli ricorreva quindi, ragion per cui le precedenti pronunce sono state annullate senza rinvio.
I “potenti” del calcio sbattuti in Collegio.

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IL SACRO PROTOCOLLO

Scopriamo quindi che, come abbiamo più volte sottolineato, la Giustizia endofederale ha fatto cilecca, così come moltissimi opinionisti della prima ora e lo stesso Sacro Protocollo.
Non a caso la FIGC si è affrettata a emendare la Sacra Reliquia, a fine ottobre, pensando di avere risolto, così, il problema.
Il problema tuttavia non si risolve più, quantomeno per questa stagione.
Il Collegio ha confermato con estrema chiarezza (e già il solo fatto che servisse farlo dopo due pronunce fa specie) che l’ordinamento sportivo, seppur speciale, non può derogare a competenze e principi sanciti in Costituzione.
Ragion per cui il Sacro Protocollo resterà sempre fallace, se la FIGC resterà arroccata nella presunzione di essere mondo a sé.
Se si fosse programmata la stagione in maniera diversa, rinunciando a qualcosa (la Coppa Italia per esempio), si sarebbero guadagnati gli slot necessari per risolvere di volta in volta i problemi calendario e rinvii.
Si è deciso invece, come al solito, di non rinunciare a nulla e di improvvisare.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti.

LA GERARCHIA DEI VALORI

Scopriamo, anche, che nel nostro calcio c’è un evidente problema di gerarchia di valori (per non parlare di quella delle fonti normative).
Il fatto che si consideri l’intervento di una ASL, che agisce a tutela della salute di tutti, come un intralcio ed un problema, evidenzia il grado di follia cui si è giunti.
Si siederanno, finalmente, i “potenti” del calcio a tavolino, per fare una seria riflessione, senza cercare capri espiatori?
Ne dubitiamo.
Caso mai, in un rigurgito di resipiscenza, lo facessero, speriamo però si siedano alla scrivania.
Tavolino lasciamolo perdere.

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