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#LBDV – In una guerra di Pirro, il tifoso è l’unico sconfitto

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Stadio pieno e stop alle “polemiche”. O quasi.

Un episodio, raro quanto singolare, ha accumunato i due match. Episodio che è avvenuto proprio tra i tifosi: gli ultrà della Curva B del San Paolo ad urlare i soliti cori contro il “Pappone” , mostrando tutta la loro avversione ideologica contro De Laurentiis, e parte della stessa Curva e dello stadio a fischiarli. Il segnale ormai è chiaro, la spaccatura nella tifoseria partenopea tra gli anti e i pro ADL è un fenomeno da non sottovalutare. Un fenomeno che ormai non “vive” più soltanto tra i social, ma ha trasferito la sua “battaglia” anche allo stadio. Mai come adesso il dibattito è vivo e cresce a dismisura.

Però, se durante le precedenti contestazioni ultrà il San Paolo è rimasto inerme ad ascoltare, nelle ultime due circostanze i tifosi, quelli “normali”, hanno rotto gli argini, stanchi di quel clima di contestazione, ed ha cominciato a fischiare sui cori sempre più ostili. Difficile capire, difficile fare una percentuale dei pro e dei contro. La cosa certa è soltanto una: a Napoli la situazione diventa ogni giorno più pesante.

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Eppure, epoca di Maradona a parte, questo è il Napoli più forte di sempre. Mai il Napoli aveva giocato per così tanti anni in Europa, mai gli azzurri avevano sfidato in successione: Chelsea, Real Madrid, Manchester City, Liverpool. De Laurentiis, con tutti i suoi difetti, ha creato una macchina perfetta, una macchina in grado di stupire in Italia ed in Europa. È riuscito a portare alla ribalta il Napoli, è riuscito a scalare tutte le classifiche possibili e inimmaginabili. Ha creato un’impresa in un territorio “inquinato” dalla camorra.

Perché è inutile nasconderci dietro a un dito: Napoli è terra difficile, Napoli nella sua bellezza e nel suo splendore viva tra cultura e mele marce, tra pizza e criminalità.

Come in tutte le grandi metropoli, viverci non è semplice, fare impresa diventa difficile. Ma De Laurentiis, con origini napoletane, con il cuore romano e con la mente americana è riuscito a dar luce ad un’impresa in una città in cui l’economia è una delle peggiori d’Europa. E mentre a Napoli si fa la guerra tra guelfi e ghibellini, nel resto d’Italia il modello Napoli è invidiato da tutti. Dal cinese, al petroliere fino ad arrivare all’americano, facoltosi proprietari che non riescono a raggiungere e superare il club azzurro. Club che il prossimo anno sarà ancora in seconda fascia nei sorteggi Champions, e che nella classifica del coefficiente Uefa è in rampa di lancio, con Borussia Dortmund e Shakhtar nel mirino.

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Ma mentre gli altri “sognano” il Napoli, i Napoletani sognano gli sceicchi . Forse il miraggio dello scudetto, sfiorato più volte è mai raggiunto, ha illuso la maggior parte del tifo. C’è la parte di Napoli, quella che contesta, che si sente imprigionata nelle grinfie di un ragioniere senza cuore. Si sente “schiavo” di un uomo calcolatore e spesso presuntuoso, di un uomo che non fa niente per aggraziarsi il nemico, e che anzi spesso non perde occasione per attaccarlo. Dal “vi meritate i cinesi” al “meglio la pizza romana che quella napoletana” è un attimo. Ed è proprio qui che si spacca la tifoseria. È proprio da queste dichiarazioni che parte il malcontento. Ma c’è chi “perdona” pensando solo agli splendidi risultati sportivi e chi “condanna”: offensivo e lucratore.

La soluzione al problema Napoli non esiste, come in tutte le cose, in tutti gli avvenimenti, ci saranno sempre pro e contro. Ci sarà sempre chi esalta e chi affossa, chi odia e chi ama: fa parte dell’esser “pubblico”. Forse, un giorno non troppo lontano, arriverà un trofeo prestigioso, che legherà tutta la tifoseria, che legherà gli ultrà ad ADL; chissà, forse un giorno andremo tutti allo stadio solo per incitare. Forse resterà un’utopia, ma la speranza è l’ultima a morire. Al momento la notizia più significativa e soltanto una: gli ultrà fischiano ADL, i tifosi fischiano gli ultrà.

La battaglia è iniziata, ma come in tutte le guerre non ci saranno né vincitori né vinti. Soltanto sconfitti.

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